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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-06-19 ad oggi 2010-06-19 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)18 giugno 2010 Nella fabbrica Bombardier a Henningsdorf Ecco Zefiro, il "tubo aperto" che concorre per l'Alta velocità di Trenitalia Carrozze con presa per la corrente, luce per leggere, display con dettagli di viaggio e connessione internet BERLINO - Carrozza di seconda classe da Roma a Milano, poi sala per una riunione in videoconferenza nel viaggio verso Parigi. E, di seguito, nuovamente carrozza, ma di prima classe, con televisione e cinema. Nella fabbrica di Henningsdorf che quest’anno festeggia il secolo di attività, Bombardier - la mutinazionale canadese dei trasporti (per quanto riguarda i treni, è presente in 60 paesi con oltre 100 mila veicoli) che nel 2001 ha rilevato lo stabilimento - presenta la "famiglia Zefiro", i treni per l’Alta velocità candidati anche alla gara italiana per i 50 nuovi Frecciarossa. |
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DESERTIFICAZIONE Sahara, 80 oasi rinascono grazie a un'antica tecnica Il progetto recupera le foggara, gallerie che catturano l'umidità notturna e la trasformano in acqua. Si salveranno anche i graffiti paleolitici che dimostrano che quella zona non era desertica di A. CIANCIULLO Sahara, 80 oasi rinascono grazie a un'antica tecnica Uno dei graffiti paleolitici Ottanta oasi rinascono nel Sahara per festeggiare la giornata mondiale della lotta contro la desertificazione. L'iniziativa è stata finanziata dal governo regionale dell'Adrar, in Algeria, e promossa dall'Itki, l'Istituto per le conoscenze tradizionali che l'Unesco ha voluto collocare a Firenze. Si salveranno anche i graffiti paleolitici che con le loro immagini di elefanti testimoniano l'epoca in cui la zona non era deserto. Helios inaugura nuove celle fotovoltaiche made in Italy di Riccardo SandreCronologia articolo19 giugno 2010 Helios Tecnology, controllata del gruppo Kerself, ha inaugurato oggi due linee di produzione di celle fotovoltaiche made in Italy per un totale di 60 MWp di produzione annua, circa il 5% dell'intero fabbisogno 2010 del settore in Italia. Un sistema all'avanguardia a cui è affiancata una linea da 55 MWp per l'assemblaggio di pannelli (moduli fotovoltaici) e un sistema di recupero delle acque reflue che è in grado di riutilizzare più del 97% di tutta l'acqua necessaria alle linee di produzione. In cifre si tratta di un sistema che consuma circa 30 Tonn/MWp di acqua a fronte delle quasi 900Tonn/MWp della media dello standard industriale e che produce 0,3 Tonn/MWp di rifiuti tossici pericolosi contro una media di 25 Tonn/MWp. Bassanini: serve una sola rete in fibra ottica di Carmine FotinaCronologia articolo Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 19:10. Tre condizioni per attrarre investimenti nella nuova rete di telecomunicazioni. Le elenca Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti, precisando però che allo stato attuale la società controllata del Tesoro non partecipa al progetto. I concorrenti di Telecom Italia - Vodafone, Fastweb, Wind e Tiscali - sono pronti a realizzare una rete in fibra ottica in "consorzio" e aspettano di imbarcare nell'avventura anche l'ex monopolista. Bassanini, intervenuto alla giornata "Non stop banda larga" organizzata dal Pd, spiega che la Cdp non siederà al tavolo convocato dal viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani per la prossima settimana. |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero
(Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):…..
Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-06-19 ad oggi 2010-06-19 |
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CORRIERE della SERA
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Nella fabbrica Bombardier a Henningsdorf Ecco Zefiro, il "tubo aperto" che concorre per l'Alta velocità di Trenitalia Carrozze con presa per la corrente, luce per leggere, display con dettagli di viaggio e connessione internet Nella fabbrica Bombardier a Henningsdorf
Ecco Zefiro, il "tubo aperto" che concorre per l'Alta velocità di Trenitalia Carrozze con presa per la corrente, luce per leggere, display con dettagli di viaggio e connessione internet BERLINO - Carrozza di seconda classe da Roma a Milano, poi sala per una riunione in videoconferenza nel viaggio verso Parigi. E, di seguito, nuovamente carrozza, ma di prima classe, con televisione e cinema. Nella fabbrica di Henningsdorf che quest’anno festeggia il secolo di attività, Bombardier - la mutinazionale canadese dei trasporti (per quanto riguarda i treni, è presente in 60 paesi con oltre 100 mila veicoli) che nel 2001 ha rilevato lo stabilimento - presenta la "famiglia Zefiro", i treni per l’Alta velocità candidati anche alla gara italiana per i 50 nuovi Frecciarossa. Con 850 treni costruiti negli ultimi vent’anni specificamente per questo settore, con le tecnologie Eco4 lanciate due anni fa (per riusare e risparmiare fino al 30% di energia) e con l’alleanza stretta con Ansaldo Breda, Bombardier promette, oltre ai trasporti rapidi, "la via più veloce per salvare il pianeta". Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità Ecco Zefiro, in gara per l'Alta velocità SEGRETI DEL TUBO - "Tubo aperto" è il termine usato per il design delle carrozze, "trasformabili" grazie ad un sistema di guide scorrevoli (C-rails: un po’ come le guide che si montano sul soffitto per alcuni tipi di tende) che permette di apparire e scomparire o di essere sostituito a pareti divisorie, tavolini, rastrelliere per bagagli, poltrone, supporti per bagagli extra e monitor. Ogni posto ha una presa per la corrente, la luce per leggere, display con i dettagli di viaggio e la connessione internet wi-fi. LA FAMIGLIA - Sono diversi perché l’Alta velocità non è la stessa per tutti. In Cina, per esempio, dove i percorsi sono lunghissimi, viaggia già il vagone letto più veloce del mondo: lo Zefiro 250, con 8 o 16 carrozze, che può offrire fino a 122 posti a sedere, 480 letti e 16 posti letto extra lusso, ma circola anche nella versione "giorno". C’è poi il V300 Zefiro, che può viaggiare fra i 300 e i 360 Km/h e, in composizioni da 8 o 16 carrozze, ed è la versione proposta anche per l’Italia, in accordo con Ansaldo-Breda. Dovesse aggiudicarsi la gara da 1,2 miliardi di euro indetta da Trenitalia (l’altro concorrente è Alstom, francese, che firma tra l’altro Italo, il treno ad alta velocità di NTV, la Nuovo Trasporto Viaggiatori di Luca Cordero di Montezemolo e Diego della Valle) negli stabilimenti di Vado Ligure (Bombardier) e Pistoia (Ansaldo) sarebbero costruite non solo i 50 treni "italiani" ma ha anche altri convogli destinati al mercato europeo. Oltre alle carrozze che possono cambiare lay-out, ci sono i vagoni "silenziosi" per chi non vuol saperne di telefoni né di computer, bistrot e ristorante. Infine Zefiro 380, il più veloce, dal "naso" a forma di aeroplano "rubata" dai tecnici "all’esperienza Bombardier nel campo dell’aviazione". PAESE CHE VAI… - L’Italia, con tratti relativamente brevi, ha bisogno di treni capaci di accelerare velocemente, oltre che di viaggiare in fretta. La Cina, accanto ai treni-letto, adotterà i velocissimi 380. Ma anche gli Stati Uniti - dove il basso costo dei carburanti ha sino ad ora favorito i trasporti aerei e le automobili - stanno scoprendo il treno. E nonostante la crisi mondiale, il settore ferroviario dell’alta velocità è in espansione: le stime indicano nel 135% la crescita del 2009 rispetto ai tre anni precedenti. Ai 10.739 chilometri di linee veloci esistenti l’anno passato in tutto il mondo, se ne aggiungeranno presto altri 13mila chilometri già in costruzione. I super-treni corrono già in Belgio, Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Taiwan, Taipei, Giappone, Corea e Stati Uniti; stanno per arrivare in Olanda e Turchia ed hanno progetti Argentina, Brasile, India, Marocco, Polonia, Portogallo, Russia e Arabia Saudita. La Cina pensa di allungare la sua rete per arrivare ad un’estensione di 5mila chilometri nel 2020. Laura Guardini 19 giugno 2010
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2010-06-19 DESERTIFICAZIONE Sahara, 80 oasi rinascono grazie a un'antica tecnica Il progetto recupera le foggara, gallerie che catturano l'umidità notturna e la trasformano in acqua. Si salveranno anche i graffiti paleolitici che dimostrano che quella zona non era desertica di ANTONIO CIANCIULLO Sahara, 80 oasi rinascono grazie a un'antica tecnica Uno dei graffiti paleolitici Ottanta oasi rinascono nel Sahara per festeggiare la giornata mondiale della lotta contro la desertificazione. L'iniziativa è stata finanziata dal governo regionale dell'Adrar, in Algeria, e promossa dall'Itki, l'Istituto per le conoscenze tradizionali che l'Unesco ha voluto collocare a Firenze. Si salveranno anche i graffiti paleolitici che con le loro immagini di elefanti testimoniano l'epoca in cui la zona non era deserto. L'Algeria ha stanziato cinque milioni di euro per recuperare le foggara, vere e proprie "miniere" di acqua. E' una tecnica molto antica che si basa sulla capacità di estrarre acqua dall'umidità notturna: una rete di gallerie orizzontali corre sotto la superficie del deserto e cattura la condensazione che si forma sulle pietre. Questo metodo, in alternativa a pozzi sempre più profondi, evita di intaccare il capitale idrico delle falde di acqua fossile, quella che non si ricarica con le piogge. Inoltre l'opera di restauro sarà condotta, usando materiale tradizionale, da associazioni locali, le stesse che nel futuro continueranno a mantenerle in attività con consistenti vantaggi in termini economici, ambientali e di gas serra evitati. Le 80 foggara recuperate serviranno a rivitalizzare altrettante oasi, circa un terzo di quelle esistenti nella regione. "Tra queste", spiega Pietro Laureano, presidente dell'Itki ed esperto di conservazione delle oasi, "ci sono oasi disposte come un nastro verde all'interno del Sahara, ma anche oasi isolate. La più importante è situata in un'area senza centri abitati o strade per circa 150 chilometri quadrati. Gli abitanti, 50 famiglie, hanno rifiutato di abbandonarla per andare a vivere in città: il restauro della foggara permetterà il mantenimento del palmeto che dà da vivere all'intero villaggio. In quest'area, tra l'altro, abbiamo trovato un graffito paleolitico in cui si vede una mandria di elefanti, a ulteriore dimostrazione del fatto che il Sahara 15 mila anni fa era una grande area verde". La desertificazione è arrivata ormai a minacciare un quarto delle terre del pianeta e oltre un miliardo di abitanti nei 100 Paesi maggiormente interessati. La situazione più drammatica è quella africana, dove è a rischio il 73 per cento delle terre aride coltivate. Il Sahara, insomma, avanza e per fermarlo è spesso più conveniente ricorrere alle tecniche tradizionali che ai metodi che comportano alti costi economici ed energetici. (17 giugno 2010)
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com/2010-06-19 Helios inaugura nuove celle fotovoltaiche made in Italy di Riccardo SandreCronologia articolo19 giugno 2010 Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2010 alle ore 18:51. Helios Tecnology, controllata del gruppo Kerself, ha inaugurato oggi due linee di produzione di celle fotovoltaiche made in Italy per un totale di 60 MWp di produzione annua, circa il 5% dell'intero fabbisogno 2010 del settore in Italia. Un sistema all'avanguardia a cui è affiancata una linea da 55 MWp per l'assemblaggio di pannelli (moduli fotovoltaici) e un sistema di recupero delle acque reflue che è in grado di riutilizzare più del 97% di tutta l'acqua necessaria alle linee di produzione. In cifre si tratta di un sistema che consuma circa 30 Tonn/MWp di acqua a fronte delle quasi 900Tonn/MWp della media dello standard industriale e che produce 0,3 Tonn/MWp di rifiuti tossici pericolosi contro una media di 25 Tonn/MWp. Gli agenti chimici coinvolti nel processo, recuperati anch'essi, sono per la gran parte riutilizzati facendo sì che l'unico rifiuto in uscita sia un fango inerte "palabile". "Abbiamo utilizzato i vincoli ambientali posti dalle istituzioni come un incentivo allo sviluppo – spiega l'ing. Ragni, responsabile della produzione di Helios Tecnology, – facendo del processo di produzione e di quello delle facilities un sistema integrato che ci permette un feed-back continuo utile un continuo miglioramento delle prestazioni del nostro prodotto". Un sistema, quello fotovoltaico made in Italy, che stenta a far fronte ad una richiesta di impianti in rapida espansione, (si parla di una crescita di circa il 300% nel triennio che va dal 2008 al 2010), e che ha fatto del Bel Paese (nel 2009) il secondo mercato mondiale, dopo la Germania, per GWp istallati. "Il gruppo Kerself (5 imprese controllate e oltre 400 milioni di valore di produzione) copre da solo circa il 25% del mercato italiano della produzioni d'impianti - spiega Pierangelo Masselli, AD e Presidente di Kerself - ed abbiamo ordini fino alla metà del 2012 per oltre 1 miliardo di euro". In questo senso si spiega la presenza alla inaugurazione delle nuove linee dell'amministratore delegato di Xgroup, altra azienda di produzione di fotovoltaico made in Italy, con sede operativa a Padova, non lontano dalle linee ad alto profilo teconologico di Helios. "Con Kerself abbiamo sviluppato una sinergia importante. – Dichiara Carlo Cotogni AD di Xgroup S.p.A. – Abbiamo fatturato insieme, abbiamo lavorato sul versante commerciale sviluppando progetti condivisi e, per non fermare le produzioni di linee che viaggiano ai massimi 24 ore su 24, ci siamo addirittura scambiati i materiali." Neppure la modifica al piano di incentivi del conto energia GSE sembra spaventare una sistema di filiera che vede nella provincia di Padova una concentrazione notevole di imprese del settore: a distanza di pochi Km infatti sono presenti 4 delle maggiori imprese del settore. Oltre alle già citate Helios Tecnology e Xgroup (entrambe su fatturati che si aggirano intorno ai 100 milioni di euro) il distretto della "Silicion Valley" che insiste tra le provincie di Padova e Vicenza, vede la presenza del centro direzionale per l'Italia del colosso tedesco Schuco e dell'impianto produttivo italiano di Solon S.p.A. "I costi delle materie prime si sono ridotti sensibilmente, spiega Carlo Cologni – e un adeguamento degli incentivi del GSE è accettabile. La cosa importante è che ci sia, da parte del governo, una maggiore attenzione a questa importante realtà e che si possa avere un'idea precisa e coerente degli obiettivi che le istituzioni si vogliono porre nell'ambito delle energie rinnovabili". La presenza alla tavola rotonda, seguita all'inaugurazione, dei sottosegretari al ministero dello Sviluppo Economico Stefano Saglia e di quello alle Politiche Ambientali Menia sembra rispondere proprio a questa richiesta. Nel contesto di una sala gremita di imprenditori, tecnici del settore, e rappresentanti delle istituzioni locali, l'on. Saglia, interpellato sulla spinosa questione del ritiro obbligatorio da parte del Gse dei certificati verdi previsto all'art.45 della manovra, ribadisce l'annuncio di una serie di emendamenti volti a dare maggiore stabilità al sistema di regole per le imprese e rilancia sulla questione degli obiettivi di crescita del settore delle energie rinnovabili. "Abbiamo come obiettivo – dichiara – quello di raggiungere in Italia la soglia dei 3 GWp già nel 2013 e di arrivare agli 8 GWp per 2020". Anche circa i tagli agli incentivi GSE il sottosegretario annuncia, per lo meno per i prossimi tre anni, una sostanziale stabilità delle quote per gli impianti privati mentre prevede riduzioni più consistenti per i grandi impianti. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Bassanini: serve una sola rete in fibra ottica di Carmine FotinaCronologia articolo18 giugno 2010 Questo articolo è stato pubblicato il 18 giugno 2010 alle ore 19:10. Tre condizioni per attrarre investimenti nella nuova rete di telecomunicazioni. Le elenca Franco Bassanini, presidente della Cassa depositi e prestiti, precisando però che allo stato attuale la società controllata del Tesoro non partecipa al progetto. I concorrenti di Telecom Italia - Vodafone, Fastweb, Wind e Tiscali - sono pronti a realizzare una rete in fibra ottica in "consorzio" e aspettano di imbarcare nell'avventura anche l'ex monopolista. Bassanini, intervenuto alla giornata "Non stop banda larga" organizzata dal Pd, spiega che la Cdp non siederà al tavolo convocato dal viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani per la prossima settimana. Bassanini traccia poi un identikit del possibile assetto. "La rete di nuova generazione non può che essere una sola – dice – serve dunque un'intesa tra tutti gli operatori. Se questa non c'è, mancano le condizioni per investire capitali privati o assimilabili a risorse private, come quelli della Cassa depositi e prestiti". Come dire: si chiarisca se Telecom Italia è o meno della partita, solo dopo si valuterà un eventuale intervento della Cdp. Ma non basta, perché secondo Bassanini va garantito a chi investe nella rete del futuro "una remunerazione a tassi non speculativi ma accettabili" e bisogna predisporre "regole e incentivi che non penalizzino gli investimenti di lungo termine, che oggi sono tassati di più rispetto agli investimenti in derivati". Le valutazioni sulla società per la rete sono state al centro dell'evento del Pd. Il presidente dell'Authority Corrado Calabrò è tornato a rimarcare il ritardo in cui l'Italia rischia di trovarsi rispetto ad altri grandi paesi occidentali. Supportato su questo punto dal segretario del Pd Pierluigi Bersani che ha paragonato la scommessa del paese sulla banda larga a quella che nelle grandi economie occidentali si gioca sulle infrastrutture energetiche.
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